Necessaria documentazione dell’attività concertistica degli Eurythmics nella quale spicca più la forza interpretativa di Annie Lennox che le alchimie sonore di Dave Steward. Ventidue brani che nella versione originale inglese contiene anche un terzo CD con un notevole medley acustico di una quindicina di minuti (sei brani) registrato a Roma nell’89.
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San Francisco Days
Più acustico dei precedenti, indica la volontà di sganciarsi da un cliché divenuto fin troppo ingombrante dopo il successo planetario di Wicked Game. In linea con il suono e il mondo poetico e musicale di Isaak la cover di Solitary Man di Neil Diamond.
On The Night
Prevedibile disco dal vivo ricavato dal tour mondiale di On Every Street, troppo sbilanciato sui brani dell’ultimo periodo. Con un bonus CD dal vivo, Encores. Da allora i Dire Straits sono ufficialmente ibernati in attesa di una probabile reunion.
Animamigrante
Un anno dopo l’EP di debutto Figli di Annibale, la band napoletana esordisce sulla lunga distanza con un album che viaggia tra il Mediterraneo e la Giamaica, lasciando intuire fin da subito la sua forte vocazione internazionale. Fra reggae, dub e funky, la splendida voce di Raiss, uno dei pochi cantanti soul nati nel nostro Paese.
August And Everything After
Con il disco d’esordio, quintessenza di un rock americano intimista e un po’ retrò, ottengono sperticati elogi.
Brian Eno II — Instrumental
L’altra faccia di Eno: i brani strumentali. Una selezione per forza di cose più ridotta ma sempre accurata, in ordine cronologico. Con un saggio di David Toop.
Everybody Else Is Doing It, So Why Can’t We
Percorso tormentato quello che ha portato i quattro irlandesi dei Cranberries all’esordio discografico: grandi aspettative della critica, un modesto EP (Uncertain) alle spalle, molti dissidi con discografici e produttore. Nato tra mille problemi il primo album è invece sorprendente per immediatezza, godibilità e fantasia.
Debiti al pop chitarristico britannico (Dreams, per esempio), a Smiths e Stone Roses, tracce di tradizione celtica, e soprattutto la voce della O’Riordan, che farà epoca come e più di quella di Sinead O’Connor.
Live At The Marquee
Un CD interessante, che conferma le qualità tecniche del gruppo sul palco e che presenta l’inedita Bombay Vindaloo.
Live At Donington 1992
Terzo di tre album dal vivo che escono a pochi mesi di distanza e hanno anche la funzione di tamponare l’attesa della sostituzione di Bruce Dickinson. Tre performance impeccabili, diverse nella successione dei brani, ma uguali nei contenuti, un formidabile heavy metal, che da tempo è storia.
A Carrot Is As Close As A Rabbit Gets To A Diamond
Non Disponibile
Gemini Suite Live
Registrazioni del settembre 1970.
Midnight Marauders
Nella scia del capolavoro precedente, i tre confermano di sentirsi ormai più filosofi che giocherelloni, e dedicano persino una canzone a Steve Biko, eroe della lotta all’apartheid in Sudafrica. Nel complesso, però, l’ispirazione è meno continua rispetto a The Low End Theory.
ELVIS COSTELLO/THE BRODSKY QUARTET: The Juliet Letters
In compagnia del giovane ensemble d’archi inglese, l’irrequieto musicista realizza un curioso esempio di pop da camera che prende spunto da un immaginario epistolario indirizzato a Giulietta Capuleti.
Grazia, umorismo e dinamicità negli arrangiamenti (nonostante la assoluta mancanza degli strumenti canonici da musica "leggera") ne fanno una pagina tutto sommato stimolante della produzione costelliana.
The First 2 And A Half Years
Un box contenente i primi tre dischi di Costello dà il via a uno degli innumerevoli programmi di ristampe curate dal musicista in persona. Oltre a una buona dose di "bonus tracks", in omaggio c’è un prezioso articolo per collezionisti: il raro promo Live At The El Mocambo, testimonianza di una torrida performance del ’78 catturata in un club di Toronto.
Babilonia e poesia
Gli Africa United diventano Africa Unite e l’italiano diventa la loro lingua, permettendo anche a chi non ha confidenza con l’inglese di comprendere appieno i loro testi, tutt’altro che banali. Hip hop, jazz e tanta melodia si accostano al reggae e danno vita a brani che diventeranno classici della band come Salmodia e Nella mia città.
Cyberpunk
Addio al look ossigenato, si ripresenta con treccioni rasta e un disco techno-beat ispirato dalle opere di William Gibson. Tentativo generoso, ma ora Billy si accorge di qual era la sua credibilità di artista: il disco è del tutto rifiutato dai vecchi fan e non ne trova di nuovi.
Recipe For Hate
Questo LP sancisce il saluto al mondo indipendente in vista del salto su una grande etichetta, la Altantic, che rileva anche la distribuzione del disco. Si chiude una fase prolifica quanto fortunata. Da ricordare il brano American Jesus, sia per la sua qualità sia per il duetto tra Greg Graffin e Eddie Vedder dei Pearl Jam.
In Concert/MTV Plugged
Disco graffiante. A MTV Springsteen attacca il jack all’amplificatore e suona elettrico. Grande mestiere del Boss e alcuni suoi classici che danno un po’ di equilibrio alla scaletta dei brani proposti.
The Buddha Of Suburbia
Interessante corredo, con molte pagine strumentali, per la versione che la BBC trae dal best-seller di Hanif Kureishi. Buona accoglienza per il singolo che, sorpresa sorpresa, contiene un’autocitazione da Space Oddity.
Good Vibrations — 30 Years Of Beach Boys
Non Disponibile
SuperPinkyMandy
Beth Orton debutta con un album pubblicato solo in Giappone in limitatissime quantità e oggi praticamente introvabile (se non su bootleg). Produce un’altra star della scena elettronica, William Orbit, che sottopone ai suoi tipici loop pezzi cantautorali come She Cries Your Name (poi ripresa nel disco successivo) e Don’t Wanna Know ‘Bout Evil di John Martyn.
Dainamaita
Sono passati solo tre anni dall’album precedente ma l’irripetibile stagione delle Posse, che nel 1992 ha toccato il suo apice, ha cambiato le carte in tavola. Testi in italiano, suoni campionati e nuovi generi (dal funk all’hardcore, dall’hip hop al reggae) sono le principali novità di un disco coraggiosissimo anche se non perfettamente a fuoco in alcuni suoi episodi.
Contiene un’originale cover di Purple Haze di Jimi Hendrix ma soprattutto futuri classici della band come Re senza trono e Treno per Babilon.
The Buddy Holly Collection
Non Disponibile
The Battle Rages On
Torna Ian Gillan per un album di assoluta transizione. Blackmore abbandona definitivamente e viene sostituito da Joe Satriani che terminato il tour, per problemi contrattuali, non può apparire in studio e lascia il posto al virtuoso Steve Morse.
Get A Grip
Mentre quelli che la critica definiva i loro eredi vivono stagioni difficili, gli Aerosmith continuano a mietere successi e premi. Questo è un album che testimonia un momento di autentica creatività, incredibile se si pensa che il gruppo festeggia due decenni di carriera. Canzoni perfette che sono la sintesi tra vecchio e nuovo hard rock, con un feeling che pesca a piene mani dal blues.
Eat The Rich, Get A Grip, i pezzi forti in chiave rock, ma l’album poggia su Cryin’, Crazy e Amazing, tre ballate romantiche e seducenti che rappresentano l’ennesima fortuna commerciale del gruppo. Secondo e primo posto nelle classifiche inglesi e americane.
Tutte storie
Divenuto a tutti gli effetti una star internazionale (solo Usa e Regno Unito, storicamente sdegnose con chi non è anglosassone, lo lasceranno insoddisfatto) realizza un disco maturo e musicalmente di ampio respiro, illuminato da Cose della vita, Un’altra te e Un grosso no.
Show
Molto simile a ciò che si dice un greatest hits con il pubblico. Show è registrato a Auburn Hills, nel Michigan, e dedicato al lato pop dei Cure. L’ultima parte poi, è assolutamente rock, con i brani più energici di Wish (From The Depth Of The Deep Green Sea, Cut) e Never Enough. Complementare a Paris.
Like I Said: Songs 1990-91
Un’antologia sui generis, che dimostra come la cantautrice di Buffalo concepisca le sue canzoni come un "work in progress": nessun inedito, ma i titoli recuperati dai primi due album sono riregistrati con nuove strumentazioni e arrangiamenti ex novo.
Songs Of Faith And Devotion
Senza che nessuno glielo chieda, i nostri mettono fuori la testa e si avvedono della tempesta grunge. E imprevedibilmente, cercano di misurarsi, se non proprio con i suoni, con il mix di angoscia ed aggressività che parte da Seattle.
Insieme a Flood partoriscono un disco stupefacente, compiuto, oscuro, appassionato, conturbante: un viaggio in un abisso, nel quale spiccano In Your Room e Walking In My Shoes. L’intesa con la nuova generazione è totale: il disco va al n.1 sia in USA che in patria.
Debut
La storia ricomincia molti anni dopo; in mezzo ci sono state le avventure con Kukl e Sugarcubes e anche un disco di pop jazz con il trio di Gudmundur Ingolfsson, Gling-Glò (Bad Taste, 1990).
Bjork è ora una giovane compositrice affermata, sicura dei propri mezzi ed eccitata dal nuovo mondo sonoro oltre il rock. Il disco parla quella lingua: lampi di etno-jazz, morbidi passaggi orchestrali, molta electro dance, con la guida di una voce penetrante come un raggio laser. Prodotto da Nellee Hooper, l’album arriva al numero 3 in GB grazie a canzoni belle e fortunate come Venus As A Boy, Play Dead, Like Someone In Love.