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Categoria: Counting Crows
August And Everything After
Con il disco d’esordio, quintessenza di un rock americano intimista e un po’ retrò, ottengono sperticati elogi.
August And Everything After
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Recovering The Satellites
Un album più aspro, con qualche tentativo di irrobustire il repertorio rock grazie anche alla produzione di Gil Norton, ex produttore dei Pixies. Il marchio di fabbrica del gruppo rimangono le ballate, anche se ogni tanto le soluzioni melodiche, come nel singolo A Long December, sembrano scontate.
Live In New York City
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This Desert Life
Interessante e sottovalutato: le composizioni di Duritz sono meno inclini al compiacimento della desolazione, e l’album si presta ad ascolti ripetuti senza la fatica (emotiva, ma anche sonora) richiesta dai precedenti.
Hard Candy
Tra pop e rock, una serie di canzoni ancora un po’ retrò ma cesellate con cura estrema, negli arrangiamenti, nella produzione di Steve Lillywhite e nelle strofe di Duritz, che asciuga un po’ della sua emotività, e continua il suo percorso per guadagnarsi un posto tra i poeti urbani del Grande Paese.
Counting Crows
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Californiani ma per nulla "ragazzi da spiaggia", guidati dall’inconfondibile voce del cantante Adam Duritz e prodotti da T-Bone Burnett, sono i nipoti ideali di Van Morrison e della Band (più che di Bob Dylan, del quale riprendono il personaggio di Mr. Jones).
In attivo dal 1991 con cinque dischi all’attivo.
Across A Wire — Live In New York
Dopo soli due dischi è passata molta acqua sotto i ponti della musica americana, e per i CC è già tempo di fare il punto, apparentemente: ecco quindi un doppio live con una facciata acustica e una rock: la prima tratta da un concerto per VH-1, la seconda per MTV.
Facile pensare a Neil Young e al suo Live Rust, ma il repertorio del gruppo è ancora terribilmente povero per permettersi questo tipo di operazione.
This Desert Life
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