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Hersh Kristin
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Per la leader delle Throwing Muses l’esordio da sola è una prova di grande sensibilità. Si serve solo di voce e chitarra acustica, o al limite del pianoforte (dal tocco puerile e innocente) di Beestung. Le canzoni folk di Kristin hanno una veste esclusiva e intima con il flusso di immagini, monologhi e pensieri dei testi esposto spesso in un tono colloquiale. Due altre persone soltanto lavorano a Hips And Makers: il produttore Lenny Kaye e la violoncellista Jane Scarpantoni, che dà tono all’armonia (in Your Ghost, bellissimo duetto tra Kristin Hersh e Michael Stipe) o stende tappeti tremolanti (Sundrops) a contrappunto psicologico del canto. L’EP Strings (Sire, 1994 &Stelle=3;) contiene alcune canzoni dell’album rifatte con arrangiamenti da camera.
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Un altro buon disco dal vivo, registrato da una ennesima nuova formazione con Brook, King, Blake più Huw-Lloyd Langton (che era nella formazione al tempo del primo album) alla chitarra e Harvey Bainbridge al basso. Repertorio equamente diviso tra vecchi e nuovi brani.
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Lo stile Oasis è ormai classico e collaudato e questo album si limita a riproporlo. Noel si fa un po’ da parte e concede al fratello di scrivere ben tre canzoni, cui se ne aggiungono altre due nate dalla penna di Gem Archer e Andy Bell. I Gallagher decidono di vivere di rendita già al quinto disco. Brutto segno.
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Con una formazione acustica [Fricke (piano), Robert Eliscu dei Between (oboe), Klaus Wiese (tamboura), Conny Veit dei Gila (chitarre acustiche ed elettriche)] e il supporto vocale della soprano coreana Djong Yun i Popol Vuh realizzano il loro capolavoro, un disco di testi sacri musicati da Fricke e proposti con arrangiamenti scarni ma assai efficaci. La cosiddetta svolta mistica del gruppo è completata e stupisce la serenità e la compiutezza delle esecuzioni, la potenza degli arrangiamenti e l’uso personalissimo, con tonalità quasi liquide, della chitarra elettrica di Veit. A brevi intermezzi pianistici o chitarristici si intercalano lunghi brani cantati, come la splendida Kyrie, seguita dalla sognante Hosianna-Mantra, o la serena Nicht Hoch Im Himmel.
Meno rotondo del precedente ma animato dallo stesso gusto, con lampi di chitarra e un moderno folk rock che si alternano al più classico pianoforte & orchestra. Il grande Larry Taylor fra i collaboratori. Fra le canzoni, Ruby’s Arms e quella Jersey Girl che si degnerà di riprendere perfino il Boss.
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