Album,  Fairport Convention,  U

Unhalfbricking

Approdati allo snodo cruciale del loro tragitto artistico, i Fairport restano per un attimo in sospeso tra presente e futuro, cantautorato americano e folk revival. La band pesca dai recenti Basement Tapes e dall’inesauribile repertorio di Bob Dylan (ben tre selezioni: una, l’avvincente parabola circolare di Percy’s Song, registra l’ultima partecipazione di Matthews; mentre Si Tu Dois Partir, divertente rielaborazione cajun/francofona di If You Gotta Go, Go Now, regala al gruppo l’unica rapida incursione nelle chart) affidandosi per il resto alla sua coppia di punta. La Denny vola alto tra le scansioni bluesy di Autopsy (campionata di recente dai Groove Armada) e recupera la sua ballata più bella e nostalgica, Who Knows Where The Time Goes, per inciderne la versione definitiva; Thompson risponde con Genesis Hall, ode scabra e toccante agli squatter londinesi. Ma il vero colpo da ko è nascosto negli undici ipnotici minuti del traditional A Sailor’s Life, dove la giovane band, rinforzata dal violino dell’ospite Dave Swarbrick, scopre la via inglese all’elettrificazione del folk.