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Tutto l’amore che mi manca

Un viaggio al termine del dolore: la sua ambizione di mettere in scena lo strazio di un’anima va molto vicina al risultato sperato. Prodotto da John Parish (PJ Harvey), curato da Cesare Basile, non si può ascoltare distrattamente, facendo altro, o in compagnia di qualcuno: chiede molto, e non lascia indifferenti. Sui suoni aspri e la precisa volontà di dilaniare e turbare, si può discutere. Ma è quanto meno interessante vedere come la critica e il pubblico ignorino un’artista che parte dalle paillettes sanremesi per arrivare alla nuda pietra, mentre di fronte al percorso inverso c’è sempre un misto di indulgenza e ammirazione. Da segnalare Le mie madri, variazione su un testo comparso nella sua prima opera di narrativa.