Album,  N,  Steeleye Span

Now We Are Six

Entra in formazione, per la prima volta, un batterista (Nigel Pegrum) e la band, come spiega il titolo, si evolve in un sestetto. Sempre meno tradizionalista (con qualche eccezione: una Two Magicians che deve molto a Carthy): Mooncoin Jig ricorda i Fairport di Dave Swarbrick, l’hit Thomas The Rhymer è un cocktail di chitarre alla Who, atmosfere gotiche e armonie vocali alla Phil Spector, omaggiato anche da una versione calligrafica di To Know Him Is To Love Him (il primo successo, fine anni ’50, del leggendario produttore sotto la sigla Teddy Bears) che vede esibirsi al sassofono nientemeno che David Bowie. In studio, nel ruolo di “consulente alla produzione”, c’è anche Ian Anderson dei Jethro Tull.