Album,  M,  Tom Waits

Mule Variations

Stanco dei continui compromessi e di metodi che non condivide, Waits abbandona il mondo delle major e si consegna a una piccola indie specializzata in punk con la promessa che potrà fare come davvero gli pare. L’esordio è fulminante: un album che riconcilia i waitsiani della prima ora e quelli del dopo-Trombones, con ballate di grande respiro, carezze di burbero romanticismo e soprassalti di malumore in un mondo in bianco e nero, selvatico, che somiglia alla campagna americana dei Coen in Fratello Dove Sei? Un disco di blues, a tratti, un blues ossuto sporco spaventevole che davvero suona come “la musica del diavolo”, da Charley Patton a Beefheart. Con i Larry Taylor, Ribot, Carney soliti ma anche Charles Musselwhite e, in Big In Japan, il duo Claypool/Lalonde. Da ricordare anche Get Behind The Mule e l’autobiografica “Eyeball Kid.