Album,  Fairport Convention,  L

Liege And Lief

Si chiude un anno febbrile e terribile per la band (a maggio muoiono, in un incidente automobilistico, il batterista Martin Lamble e la ragazza di Thompson, Jeannie Franklyn), e il gruppo — ora con Dave Mattacks ai tamburi e Swarbrick ufficialmente nei ranghi — risponde con la sua opera più visionaria e meditata. Ispirati dalla Band di Robbie Robertson (che in Music From Big Pink ha saputo rivitalizzare l’America della tradizione), i sei inglesi si mettono in testa di fare altrettanto con la popular music locale. Il bassista Ashley Hutchings, timoniere del progetto, si tuffa a capofitto negli archivi degli etnomusicologi Cecil Sharp e Francis Child, trovandovi materiali adatti per una rielaborazione moderna in chiave rock, ritmica ed elettrificata. Thompson e Swarbrick sviluppano spiritati interplay sul canovaccio di gighe e reel strumentali e scrivono a quattro mani ballate moderne con il sapore dei tempi andati (l’esoterica Crazy Man Michael e Farewell, Farewell). E la Denny regala forza, grazia e impeto lirico a traditional come Matty Groves, Reynardine e The Deserter. I puristi gridano allo scandalo: ma intanto la pietra miliare del folk rock inglese è stata posata.