Album,  giorgio gaber,  I

Il signor G

Nel tempio di Strehler, il Piccolo Teatro di Milano, debutta il teatro-canzone: brani già noti (L’orgia, Com’è bella la città, Eppure sembra un uomo) e monologhi si innestano su brani nuovi uniti da un filo conduttore, ovvero il personaggio del signor G: l’uomo della strada, un piccolo-borghese che tenta di raccapezzarsi in una società contraddittoria, in un’operazione a metà tra autocritica e j’accuse nei confronti del pubblico. Inizialmente la risposta è debole: Gaber ha abbandonato la tv e la gente cui si rivolge non va a teatro. Ma col tempo il passaparola creerà notevole curiosità attorno al disco: che la semplice canzonetta sia diventata qualcos’altro, lo capiscono tutti.