Album,  F,  Steve Vai

Fire Garden

Vai entra in un cono d’ombra. I suoi ’90 di mezzo sono poco originali e divertenti, con un brusco ridimensionamento delle fantasie e una patina opaca sullo stile chitarristico. Il mini è un’operina sbiadita, Fire Garden un tour de force che non vale la fatica e le dimensioni: “un doppio CD in un disco solo”, con una fase 1 prevalentemente strumentale e una fase 2 con più canzoni — qua e là rumoristici stacchetti di vago gusto zappiano. Il culmine è una Fire Garden Suite che sfiora 10 minuti.