Album,  Liz Phair,  W

Whitechocolatespaceegg

Il furore mediatico che accompagnò il debutto della Phair si è già spento, ma la cantautrice è cresciuta e lo dimostra con un disco vario e maturo confezionato con l’aiuto di Brad Wood e di Scott Litt (produttore dei R.E.M.). Molti i generi e gli stili frequentati, tra lo space rock del pezzo che intitola il disco, il folk (disturbato) alla Suzanne Vega di Perfect World, le chitarre velvettiane di Love Is Nothing, l’inatteso techno pop di Headache, il tocco hillbilly di Baby Not going, quello country pop di What Makes You Happy e il convincente formato elettrico di ballate come Polyester Bride (lenta e melodica) e Johnny Feelgood (più mossa). Meglio di tutte la deliziosa Uncle Alvarez, dolcemente ondeggiante al ritmo di un calypso centroamericano.