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The Soft Machine

Una delle formazioni che più hanno contribuito all’evoluzione della musica alternativa inglese, i Soft Machine (il nome deriva dalla Morbida Macchina di William Burroughs) discendono da oscure formazioni della scena sotterranea inglese di metà ’60 (Daevid Allen Trio, Wilde Flowers). In formazione a quattro (con Daevid Allen) si fanno conoscere agli albori della stagione psichedelica inglese per l’originalissima miscela di pop e free jazz. Rimasti in tre (Kevin Ayers, Robert Wyatt, Mike Ratledge), nel corso di un tour americano del 1968 con Jimi Hendrix, registrano il loro primo, storico LP, originale sia nella confezione che nella musica: un pop rock dalle tinte psichedeliche, gli arrangiamenti jazz, i contenuti surreali (“patafisici”, secondo il gruppo), ironici, che riempiono un vuoto altrimenti incolmabile tra Frank Zappa e Thelonius Monk. Hope For Happiness, Joy Of A Toy, Save Yourself, Lullabye Letter, Why Are We Sleeping i momenti migliori.