Album,  S,  Soft Machine

Six

Sono Soft Machine ancora diversi quelli del sesto LP: manca Elton Dean, vale a dire l’anima jazz degli ultimi dischi, sostituito da Karl Jenkins (sempre dai Nucleus, con i quali pare esserci uno strettissimo rapporto artistico), che porta gli inediti timbri dell’oboe ma anche una nuova verve strumentale, ispirata alle lezioni di musica minimale di Terry Riley o Philip Glass, evidente soprattutto nelle due facciate di studio (le altre due sono dal vivo). È musica diversa, elettronica, che promette sviluppi interessanti ma purtroppo non va oltre. È anche l’ultimo disco importante dei Soft.