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La lady di ferro Margareth Thatcher stringe la morsa sulle classi lavoratrici inglesi, e la coppia Weller-Talbot risponde con il suo disco più politico. Senza rinunciare allo stile (si veda l’elegante copertina citazionista) e allestendo, stavolta, una proposta più omogenea della precedente. Non mancano le cadute di tono, ma c’è della stoffa nel funk/r&b da guerriglia di Internationalists (titolo dell’album nell’edizione americana) e di Walls Come Tumbling Down, nelle belle melodie di A Man Of Great Promise (toccante dedica a Dave Waller, membro originario dei Jam morto per overdose) e Boy Who Cried Wolf (nonostante i ritmi sintetici oggi assai datati), nel soul pop intimista di Homebreakers e in quello esuberante di The Lodgers, negli archi alla Eleanor Rigby di A Stones Throw Away, nei richiami alla chanson francese di Down In The Seine e nella bossa di With Everything To Lose. Del gruppo fanno ormai parte in pianta stabile la vocalist nera Dee C. Lee (futura signora Weller) e il fedelissimo batterista Steve White. L’edizione USA si intitola Internationalists.