Album,  Gabriel Peter,  N

New Blood

Gabriel comincia bene, con una Rhythm Of The Heat che nel chiaroscuro orchestrale acquista densità e tensione drammatica, quasi una colonna sonora del sabbah che principia ilMacbeth; ma è un’illusione, perché le altre 12 riletture non arrivano a quell’altezza e nel pulsare monocromo dell’orchestra si perde quel caleidoscopio di timbri elettroacustici che da trent’anni a questa parte ha fatto la fortuna dell’artista. Gabriel è (anche e soprattutto) il suo sound e, per quanto belle, le sue canzoni non possono portare qualsiasi vestito; penso non tanto ai brani più forti e marcati, come Red Rain o Darkness, ma soprattutto a certe lamine con filigrana sottile, In Your Eyes o Mercy Street, che qui fatalmente si sgretolano.