Album,  I,  Lemonheads

It’s A Shame About Ray

Dando ha finalmente chiaro cosa fare nella vita. Scrive canzoni che sarebbero il sogno bagnato di qualunque bardo con chitarra elettrica da campus universitario: fantasie pop rock color rosso ciliegia e verde pisello in acido, le armonie di panna sbattute con le chitarre punk (Alison Starting To Happen) e le melodie montate a neve con l’accompagnamento vocale dell’angelo custode Juliana (e magari un tocco evan-escente di organo: My Drug Buddy, talora tagliata in Buddy). La Hatfield tra l’altro figura al basso al posto di Jesse Peretz. Confetti, vezzosa, scortecciata, è il tipo ideale di college power pop/rock/bubblegum/punk narrativo perseguito da Dando: come mettere d’accordo l’amato Parsons con i diletti Ramones. È però quando Evan si presenta in un video e scartavetra la Mrs Robinson di Simon & Garfunkel (uscita dopo il long playing e aggiunta in una seconda edizione), che un uomo colto che canta di piccole cose, innamoramenti e radi flash autobiografici, assapora il successo di massa e delle copertine che contano per accorgersi che dietro lo zuccherino c’è molto amaro.