Album,  H,  Phish

Hoist

Il sincopato riff di chitarra acustica di Julius, robusto r&b innervato dai fiati della celebre Tower Of Power Horn Section, apre l’album con cui i Phish fanno l’inatteso ingresso nel mercato di massa (n. 34 delle classifiche di Billboard). Grazie alla mano esperta del produttore Paul Fox il suono si è fatto più denso e brillante (Down With Disease, funk muscoloso e danzabile; Axilla, rock a più facce dai risvolti quasi hard; dinamici “midtempo” come Sample In A Jar e Wolfman’s Brother, wah wah e ritmi “black”) e accorrono ospiti di grido della scena neotradizionalista (Alison Krauss nella delicata If I Could; il grande banjoista Béla Fleck nella ballata rurale Lifeboy e sul country&western a tutta birra di Scent Of A Mule). A marcare gli estremi tra cui si muove lo stile inclassificabile del quartetto, la semplicità acustica di Dog Faced Boy e le fredde geometrie alla King Crimson di Demand.