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Ghost Stories

La formazione è la stessa, ma stavolta traspira tutt’altra determinazione (anche se il gruppo è agli sgoccioli). Su un tappeto di chitarre elettriche tirate a lucido, Wynn dispone mercanzia di prima qualità: riff irresistibili (Loving The Sinner, Hating The Sin; Black), ritornelli pop (I Have Faith ricorda parecchio il primo Lloyd Cole), ballate evocative (la pianistica Whatever You Please, il tocco cabarettistico di My Old Haunts), e rock blues fragorosi (Weathered And Torn, e una versione accelerata della sulfurea See That My Grave Is Kept Clean di Blind Lemon Jefferson). Un disco da rivalutare. Otto pezzi in più nella ristampa Restless/Rykodisc del 2004, con una versione diversa (e migliore) di Whatever You Please, un paio di inediti, cover (Ain’t Living Long Like This del cantante country Rodney Crowell, Spill The Wine di Eric Burdon e i War) e canzoni poi riprese da Steve Wynn come solista (Carolyn, Never Ending Rain).