Album,  F,  They Might Be Giants

Flood

Incredibile ma vero, i Giants vengono ingaggiati da una multinazionale, che cerca di acconciarli per un più vasto pubblico senza snaturarne le doti. Impresa improba, che qui però sembra riuscire; Linnell e Flansburgh continuano nei loro deliri picchiatelli, cantando di “pallottole in zaffiro di puro amore” o declinando vecchie filastrocche come Istanbul (Not Constantinople), in un paesaggio musicale che va animandosi con qualche colore in più (anche la chitarra di Arto Lindsay e il violino di Mark Feldman). Quattro brani prodotti da Clive Langer e Alan Winstanley, che confermano il link con una certa scena brillante GB; uno di questi (Birdhouse In Your Soul) non a caso vende bene in Inghilterra. Ma è tutto l’album che tira, con vendite oltre le 500.000 copie.