Album,  E,  Journey

Escape

Il disco che identifica e crea l’AOR. Siamo al cospetto di uno di quei lavori, che fanno da traino ad un intero movimento artistico. Infatti dopo l’uscita di Escape, il rock americano vivrà una lunga stagione di imitatori, tutti al seguito delle melodie ardite e stellari del gruppo. Tanta bellezza nasce dalla coesione perfetta di Perry e Schon, che formano una delle coppie più vitali del rock degli anni ’80, capaci di firmare pezzi straordinari, a cui si aggiunge il nuovo tastierista Jonathan Cain (ex The Babys), che si dimostra ricco di inventiva e che conia il suono definitivo delle tastiere nell’AOR, utilizzando tradizione e tecnologia. Dieci brani per altrettanti classici, con l’iniziale Don’t Stop Believin’ che diventa il simbolo del gruppo. Il riff su scale minori di Keep On Runnin’, le ballate Still They Ride e Open Arms, la perfetta estetica vocale di Stone In Love, le strutture architettoniche celestiali di Lay It Down e Mother, Father, la produzione cristallina e futurista di Kevin Elson e Mike Stone, tanti i segreti per un album (numero 1 in America) che ha una sola definizione: capolavoro.