Album,  D,  Minutemen

Double Nickels On The Dime

Quattro facciate di vinile, un doppio LP ambizioso quanto il coevo Zen Arcade degli HŸsker DŸ (a cui sembra voler rispondere direttamente), eccentrico quanto il patrono Trout Mask Replica. I Minutemen, da bravi discenti di Captain Beefheart e da quelle iene ghignanti che sono, spolpano carcasse ciondolanti e lische di tutte le musiche americane frantumandole in oltre quaranta pezzi per settantacinque minuti. Che necessitano, meritandolo, di un numero di ascolti illimitato: è la glorificazione della pungente estetica del frammento del trio unita al minimalismo anarcoide delle sue interdizioni strumentali. Double Nickels On the Dime è il serbatoio di una canzone di protesta formato bonsai, onnivora nei contenuti e dalla forma fra il contorto e l’ischemico, lo short cut più astruso e quello realistico e impegnato. I minutemen blaterano alla grande i loro free jazz punk marini e p-funk essiccati; creano una, dieci, venti Viet Nam e brani politici da far cantare a Michael Jackson (Political Song For Michael Jackson To Sing). Enciclopedico florilegio in una cornice variopinta e ortogonale, l’immagine delle irrinunciabili camice a quadri che Watt indossa a mo’ di seconda pelle.