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Arthur (Or Decline And Fall Of The British Empire)

Un album storico e sfortunato. Ray Davies lo progetta con la Granada TV, come colonna sonora di un telefilm che dovrebbe raccontare la storia di un “uomo qualunque” nella Gran Bretagna dei ’60, che crede nel mito dell’Impero Britannico ma quel mito vede morire. Il telefilm non verrà mai prodotto e l’album, più volte rimandato, finirà per uscire dopo Tommy dei Who; l’accusa, bruciante e storicamente falsa, è che Davies abbia copiato da Townshend l’idea di un’opera rock. Un disco drammatico e commovente, un nodo di rabbia, tormenti, nostalgia in cui le fantasie dell’autore si mescolano alla vita vera; Davies conosceva davvero un Arthur, cognato di sua sorella maggiore, emigrato in Australia proprio come il protagonista dell’album.