A,  Album,  Green Day

American Idiot

Dopo un periodo di appannamento e la pubblicazione di due antologie che facevano a pensare alla chiusura di un ciclo, i Green Day tornano effettivamente con idee rinnovate e soprattutto con l’album più efficace e ispirato di sempre. La presa di posizione anti Bush (anche per non essere da meno rispetto ai cugini NOFX, che al presidente hanno dedicato il più che eloquente War On Errorism) si mescola con la trama di una vera e propria opera rock: la title-track o le tre canzoni in una di Jesus Of Suburbia non sono soltanto un ottimo inizio, ma lo spunto per una storia che ricorda quella di Zen Arcade degli Husker Du e si conclude con toni da musical (non a caso l’album ispirerà uno spettacolo di Broadway). Il gruppo dimostra una maturità stilistica decisamente superiore, traendo ispirazione dal punk del ’77 (Clash) ma anche, per esempio, dal protopunk dei Who (proprio in Jesus Of Suburbia) e dal rock and roll dei Replacements. Uno dei pezzi principali è tra l’altro una ballata, Wake Me Up When September Ends