A,  Album,  Moby Grape

ALEXANDER "SKIP" SPENCE: Oar

Disco di culto per eccellenza, anche per le circostanze in cui venne creato. Reduce da una lunga degenza in un istituto psichiatrico, Spence va a Nashville, si chiude in studio (quasi sempre da solo) e sforna un disco certo non per tutti i palati, ma che ancora oggi esercita il fascino dell’oggetto misterioso: lo “one man band” passa dal flebile falsetto di Little Hands al Johnny Cash in trip psichedelico di Weighed Down, attraverso interpretazioni stravolte, deraglianti e rigorosamente a bassa fedeltà della old time music di frontiera (Cripple Creek) e del rock acido (War In Peace cita esplicitamente il riff di In-A-Gadda-Da-Vida), tra insondabili profondità cavernose (Diana), canzoni carcerarie dai richiami biblici (Books Of Moses), boogie-folk stralunati e stropicciati (Lawrence Of Euphoria), scheletriche ballate ritmiche per sola voce, basso e batteria (la lunghissima Grey/Afro). L’eccellente ristampa Sundazed/Sony del 1999 aggiunge abbondanti materiali extra e inediti, tutti nell’inusuale formato per voce e sezione ritmica.