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A Picture Of Nectar

Il contratto con una major discografica si rivela, una volta tanto, proficuo anche sotto il profilo artistico: il nuovo disco del gruppo, che sventola alta la bandiera del nuovo movimento “jam band” e già vanta un gran seguito di fan (anzi “phan”, secondo il gergo in voga nella variopinta tribù che li sostiene), è un deciso passo avanti, più nitido e a fuoco dei precedenti. Molte le canzoni che alimenteranno in seguito le scalette dei concerti: Llama e Tweezer, funk rock d’assalto, convivono con il latin jazz di Stash e l’eleganza pop di Eliza (sottolineata dal piano classicheggiante di Page McConnell); il gusto tropicale di The Mango Song e l’energia rock di Chalkdust Torture con il ritmo in levare di Guelah Papyrus e il country&western di Poor Heart (scritta dal bassista Mike Gordon), la chitarra alla Django Reinhardt di Magilla con quella santaniana di The Landlady. C’è anche una breve citazione di Dizzy Gillespie (Manteca), mentre il batterista Jon Fishman fa tutto da solo nella miniatura folk di Faht.