Album,  Pete Townshend,  W

Who Came First

Townshend attinge ai suoi progetti del momento, le canzoni scritte per Meher Baba e la rock opera incompiuta Lifehouse, per confezionare il suo primo vero album da solista. Un’opera prevalentemente acustica, cruda e vitale, dove riemergono titoli come Evolution, Parvardigar e Forever’s No Time At All accanto alla cover country di There’s A Heartache Following Me (Jimmy Reeves). Stupenda Sheraton Gibson, malinconica riflessione in fingerpicking sulla vita “on the road”, così come le ballate rock Time Is Passing, Let’s See Action e Pure & Easy, pezzo chiave di Lifehouse poi recuperato in parte per The Song Is Over degli Who. Musica spesso a livello di bozzetto, ma di inusitata intensità spirituale; la elegantissima ristampa Rykodisc 1992 aggiunge cinque tra i pezzi migliori (compresa The Seeker) dalla triade degli album “religiosi”.