Album,  Patti Smith,  T

Trampin’

Cambio di etichetta ma stile rimasto immutato. Band per metà vecchia (Lenny Kaye e Jay Dee Daugherty) e per metà giovane (Oliver Ray e Tony Shanahan), prodotto da Pat McCarthy (REM), con partecipazione del figlio Jesse Smith. L’ultimo album di Patti Smith non sorprende né delude, conserva certi toni molto malinconici degli ultimi lavori, e mantiene soprattuto quell’enorme carisma interpretativo che la cantante riesce sempre a dimostrare. Jubilee mantiene quei toni di rock cosiddetto “anthemico” dei primi album, Cartwheels e Trespasses sono lente ballate acustiche, due brani sono dal vivo. Brani ben fatti, socialmente corretti (Gandhi), ma pressione generalmente bassa ed effetto generale sempre un po’ troppo malinconico, anche quando si suona del classico rock, o si strizza l’occhio al glorioso passato e al nuovo compagno di scuderia Bob Dylan. Radio Baghdad, per esempio, che non può non riportare alla memoria la devastazione sonora di Radio Ethiopia.