Con una formazione completamente stravolta, che ha perso tutti i musicisti rappresentativi, escono due album di banale hard rock, privi di qualsiasi interesse.
Con una formazione completamente stravolta, che ha perso tutti i musicisti rappresentativi, escono due album di banale hard rock, privi di qualsiasi interesse.
Un disco opaco: a parte il glorioso nome, ormai il gruppo ha poco da offrire.
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Soundtrack del documentario realizzato per festeggiare i sessant’anni dell’artista. Nell’interpretazione dei suoi grandi classici Berry è più in forma che mai e con lui brillano anche "ospiti" della levatura di Keith Richards, Eric Clapton, Linda Ronstadt e Etta James.
Captain Sensible lascia dopo un po’ di baruffa, e il chitarrista Roman Jugg, pur entrato da poco, prende il comando. Il nome dei Damned, per quanto indissolubilmente legato al punk, continua a essere interessante per le majors in pieni anni ’80: la MCA li ingaggia e loro rispondono con il più improbabile dei successi: una cover della melodrammatica Eloise di Barry Ryan (assente nella versione in vinile e in diverse edizioni del CD).
Primo album dei Charlatans per una major e primo disco registrato dopo il trasferimento a Los Angeles del cantante Tim Burgess. Ancora Rolling Stones e Bob Dylan, ma anche i Byrds e i grandi del soul, tra le evidenti influenze di brani suonati da una band che, a nove anni dall’esordio, è ancora lontanissima dalla routine.
Dopo un secondo album solistico, Sweet Insanity (1989), rifiutato dall’etichetta Sire e rimasto inedito, torna a farsi sentire con questo disco che presenta, con nuove versioni di suoi classici titoli, la soundtrack del documentario televisivo che gli dedica il produttore Don Was.
Lontanissimo dal sound degli esordi, quest’album è il risultato di ore passate ad ascoltare cantanti come Marvin Gaye e Curtis Mayfield per riproporne lo stile in chiave più moderna e chitarristica.
Lenny Kravitz farebbe follie pur di avere nel suo repertorio un brano come A Man Needs To Be Told, registrato con l’aiuto di Daniel Lanois, produttore di U2 e Peter Gabriel impiegato per l’occasione alla pedal steel guitar.
Con una formazione completamente stravolta, che ha perso tutti i musicisti rappresentativi, escono due album di banale hard rock, privi di qualsiasi interesse.
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Il ritorno del produttore dei primi album (Stephen Street) vorrebbe riportare al passato ma ormai Dolores ha perso del tutto la voglia di andare controcorrente. Lo conferma per esempio un brano come Analyse, che strizza smaccatamente l’occhio al passato ma, come il resto dell’album, non ha nè forza nè spessore.
Raccolte più o meno consistenti dei classici successi, delle quali la terza, con quasi 50 brani dei due periodi Chess, è attualmente la più significativa, anche per la buona qualità tecnica.
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Un trio punk bianco di New York che diventa gruppo rap, senza perdere l’impatto rock dell’esperienza precedente: il percorso di Adam "King Ad-Rock" Horowitz, Michael "Mike D" Diamond (l’unico che abbia già compiuto vent’anni) e Adam "MCA" Yauch è un caso unico nella storia dell’hip hop.
Sulle scene dal 1979 con 40 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, i Beastie Boys hanno ricevuto nel 2007 la nomina per l’inclusione nella Rock And Roll Hall Of Fame.
Evidentemente il nostro eroe sta riprendendo fiducia: torna a dilettarsi con storie di autentico splatter che fanno la gioia dei vecchi fan e gliene guadagnano di nuovi — del resto l’America sta per inginocchiarsi davanti a Guns N’Roses, Aerosmith e Metallica.
Originariamente edito nel 1964, presenta un’incontro/scontro fra due delle migliori chitarre del rock, Berry e Bo Diddley. Questa riedizione contiene un brano di Berry in più della stampa in vinile.
Twisted Sister, Ratt, Motley Crue e — ebbene sì — Bon Jovi dominano le radio americane, e Alice ne approfitta per ricominciare da capo, con una nuova etichetta e un fido luogotenente, il chitarrista Kane Roberts. Per i puristi è l’ultimo tradimento, ma il cantante sta solo reclamando il proprio copyright sui suoi tanti figli, nipoti e parassiti presenti e futuri (dai Kiss a Marilyn Manson). Il disco torna a fargli assaporare le classifiche americane.
Due sintetiche rassegne dei suoi pezzi più classici.
Il singolo Room At The Top piace alle radio ed entra nella Top ten britannica, ma non abbastanza da convincere il pubblico a comprare un album sostanzialmente dance, estraneo alla carriera del formicone, che sembra meno coinvolto del produttore, Andre Cymone. Ne deriva un’altra pausa di cinque anni.
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Album dal vivo registrato il 14 dicembre 2001 alla Manchester Evening News Arena. La scaletta pesca qua e là lungo tutta la carriera della band, da The Only One I Know a Tellin’ Stories, da Love Is The Key a una versione di Weirdo in cui i Charlatans ospitano sul palco uno dei loro idoli giovanili: Johhny Marr, l’ex chitarrista degli Smiths.
John Petrucci, John Myung e Mike Portnoy, rispettivamente chitarrista, bassista e batterista, sono freschi diplomati alla prestigiosa Berkleee College Music quando, nel 1988, decidono di formare un gruppo capace di rinverdire i fasti del progressive rock degli anni ’70. Dopo vari nomi e cambi di formazione, arrivano il tastierista Kevin Moore e il cantante Charlie Dominici.
Il loro album di debutto, prodotto da Terry Date, è uno tracciato straordinario di tecnica strumentale e composizioni ardite, che non perdono mai di vista la struttura melodica. Il pubblico inneggia al grunge e al crossover, ma la band riesce a ritagliarsi spazi considerevoli tra la critica. Merito di canzoni come A Fortune In Lies e Only A Matter Of Time e dei virtuosismi di The Ytse Jam, che fondono Rush, Queensryche, E.L.&P e Metallica.
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