Il meglio del meglio dei primi otto anni di storia della band. Anni fertili e gloriosi.
Tag: heavy metal
Flight 666
Doppio CD dal vivo tratto dalla prima parte della tournée mondiale 2008/2009, il Somewhere Back In Time Tour. In scaletta sono presenti numerosi classici del gruppo (Two Minutes To Midnight, Wasted Years, The Number Of The Beast, Run To The Hills). Pubblicato anche in DVD e Blue Ray.
A Matter Of Life And Death
Sotto la guida del produttore Kevin Shirley, al motto di “The beast is back” e anticipato dal singolo The Reincarnation Of Benjamin Breeg, il nuovo album della band londinese non delude vecchi e nuovi fan, con il suo concentrato di energia, liriche epiche e un’immagine sempre più fumettistica. Anche queste nuove dieci canzoni gravitano intorno alle stesse idee del passato, ma l’astuzia del sestetto è quella di non svelare il segreto a nessuno. Mastodontico, come sempre, il conseguente tour mondiale.
Live At Donington 1992
Terzo di tre album dal vivo che escono a pochi mesi di distanza e hanno anche la funzione di tamponare l’attesa della sostituzione di Bruce Dickinson. Tre performance impeccabili, diverse nella successione dei brani, ma uguali nei contenuti, un formidabile heavy metal, che da tempo è storia.
Killers
Con il supporto di numerosi concerti e con l’approvazione della stampa musicale mondiale, il gruppo parte alla scalata delle classifiche, con un album intenso e suonato con ancora più vigore, a cui giova l’innesto del chitarrista Adrian Smith al posto di Dennis Stratton e soprattutto la produzione di Martin Birch, celebre per aver lavorato con i Deep Purple. I nuovi classici si chiamano Wratchild, Another Life, Innocent Exile, Purgatory, Drifter, mentre in Prodigal Song, appare per la prima volta la chitarra acustica. Con la pubblicazione del mini LP Maiden Japan (USA Harvest, 1981) viene diffusa la notizia dell’abbandono di Paul Di Anno, che in due decenni nonostante vari tentativi di nuovi progetti (Lone Wolf, Di Anno, Battlezone, solista), non riuscirà mai a togliersi l’etichetta di ex cantante degli Iron Maiden.
Best Of The Beast
È la prima raccolta del gruppo e copre l’intera carriera. Un buon modo per concedere a Steve Harris, abile anche come manager, di cercare nuove soluzioni per ritornare ai vertici.
Dance Of Death
Impeccabile heavy metal, prodotto da una band che sembra davvero conoscere l’elisir di eterna giovinezza, sia in studio che sul palco.
Seventh Son Of A Seventh Son
Per la prima volta nella sua storia, il gruppo lascia passare un anno senza pubblicare nulla di nuovo, ma l’attesa viene parzialmente delusa, perché l’album contiene delle chitarre synth, che rendono il suono in parte artificioso. Le canzoni sono buone (Can I Play With Madness, The Clairvoyant, la title track), ma alla critica non piace il suono generale. I fan invece lo pilotano senza problemi al primo posto in Inghilterra e nella Top 20 in America.
Iron Maiden
Con un background costruito in cinque anni di concerti nei club, si forgia la line up definitiva che formerà la più grande e importante heavy metal band della storia. Il primo capitolo discografico è l’EP The Soundhouse Tapes (Rock Hard, 1979), da tempo ambito pezzo da collezione, che evidenzia lo stille innovativo della band e che battezza di fatto il filone new wave of british metal. La formazione subisce alcune modifiche, ma il fulcro è sempre il bassista Steve Harris, attorno a cui ruotano il cantante Paul Di Anno, i chitarristi Dennis Stratton e Dave Murray e il batterista Clive Burr. Dopo l’apparizione sulla celebre compilation Metal For Muthas (EMI, 1980), firmano per la EMI e debuttano con un album capolavoro. Le radici hard rock sono il punto di partenza per un suono veloce, puntellato su due chitarre e su un basso sempre suonato in chiave solista. La voce roca e virile di Di Anno amplifica la bellezza di otto brani indimenticabili, da Prowler al singolo Running Free, dai ricami epici di Remember Tomorrow e Phanton Of The Opera, fino agli incubi strumentali di Transylvania, in un vortice sonoro, non privo di melodia, che subito conquista orde di fan.
Virtual XI
Con il ritorno di Adrian Smith, la formazione si allarga a sei elementi, con tre chitarre. Questo permette al nuovo disco di poggiare su un suono solido e potente, ma è anche una buon motivo per arrangiare in modo inedito il vecchio repertorio, che dal vivo acquista una veste più fresca e moderna.
Ed Hunter
Viene ristampato l’intero catalogo del gruppo, con bonus track, parti CD-Rom e videoclip. A completare l’operazione questa esauriente raccolta.
Fear Of The Dark
Nonostante lo stile sia privo di novità, la band continua a mietere successi e a conquistare nuovi fan, conquistando nuovi mercati. Ennesimo primo posto in patria, che non nasconde una certa stanchezza, nonostante le buone intuizioni di Be Quick Or Be Dead e From Here To Eternity. Non del tutto a sorpresa, Dickinson annuncia che alla fine del tour lascerà la band.
Brave New World
L’atteso ritorno di Dickinson (che nel frattempo ha pubblicato, con discreto successo, vari album solisti), si concretizza con questo album, che restituisce alla band lo smalto e l’entusiasmo degli anni migliori.
Rock In Rio
Registrazione completa dell’incredibile esibizione al Festival Rock in Rio dell’anno precedente, disponibile, come per altri titoli del gruppo, anche in edizione VHS e DVD.
The Number Of The Beast
Il nuovo vocalist è l’ex Samson Bruce Dickinson, portentoso folletto dai polmoni infiniti. La sua voce diventa ben presto un marchio di fabbrica, imitata in tutto il mondo e la band può così affrontare serenamente l’iniziale scetticismo dei fan. L’album diventa un classico e vola al primo posto delle classifiche inglesi, trascinato da canzoni memorabili come Invaders, Children Of The Damned, The Prisoner, la title track e il singolo Run To The Hills, accompagnato da uno dei primi video clip della band. Un mezzo promozionale che in futuro dimostrerà di usare con grande intelligenza.
Live After Death
Supportati sin dagli esordi da una grafica fumettistica e con Eddie, un personaggio/mummia creato da Steve Harris, che non manca di apparire nelle copertine e in concerto, gli Iron Maiden, dimostrano di saper colpire l’immaginario dei teen ager di tutto il mondo. Il loro heavy metal d’impatto e melodico, conquista nuovi mercati e la band non si risparmia, suonando ovunque, raccogliendo consensi e l’entusiasmo di tutti. Tutto documentato in questo faraonico doppio dal vivo, che conferma l’incredibile forza d’urto sul palco dei cinque musicisti, aiutati da un impianto scenico e da un gioco di luci colossale.
Death On The Road
Registrato il 24 novembre 2003 alla Westfalenhalle Arena di Dortumund, in Germania, è la testimonianza del tour mondiale a sostegno di Dance Of Death. Meno classici e più materiale recente. Nel 2006 viene pubblicata anche la versione in triplo DVD.
Eddie’s Archive
Straordinario cofanetto in tiratura limitata che contiene un gadget di Eddie e nei 6 CD raccoglie molti successi, ma anche materiale raro ed alcune eccellenti registrazioni dal vivo per la BBC inglese.
Somewhere In Time
La produzione di Martin Birch si fa più levigata e attenta alla forma e l’album presenta un suono meno arcigno. Non ne risente lo stile, che resta epico e potente, come documentano Wasted Years e Heaven Can’t Wait e la variegata Alexander The Great.
A Real Live One
Primo di tre album dal vivo che escono a pochi mesi di distanza e hanno anche la funzione di tamponare l’attesa della sostituzione di Bruce Dickinson. Tre performance impeccabili, diverse nella successione dei brani, ma uguali nei contenuti, un formidabile heavy metal, che da tempo è storia.
Iron Maiden
Esponenti di punta del movimento conosciuto come NWOBHM (New Wave Of British Heavy Metal), gli Iron Maiden sono tra le band più importanti e influenti del genere metal, di cui hanno contribuito a definire le sonorità e l’estetica. Guidati dal basso di Steve Harris, importantissimo nell’economia del suono del gruppo inglese, hanno ottenuto il successo a livello mondiale, vendendo milioni di dischi in tutto il mondo, e raggiunto i propri vertici creativi insieme al cantante Bruce Dickinson. La loro iconografia è celebre quanto lo stile: la simboleggia il mostro-mascotte Eddie, che compare su tutte le copertine.
A Real Dead One
Secondo di tre album dal vivo che escono a pochi mesi di distanza e hanno anche la funzione di tamponare l’attesa della sostituzione di Bruce Dickinson. Tre performance impeccabili, diverse nella successione dei brani, ma uguali nei contenuti, un formidabile heavy metal, che da tempo è storia.
Godspeed On The Devil’s Thunder
Non Disponibile
Piece Of Mind
I ritmi della band sono forsennati, questa volta è il batterista Clive Burr a capitolare sotto i colpi di oltre 200 concerti all’anno, lo sostituisce Nicko McBrain (ex Pat Travers, ex Trust). Lo stile si fa più epico e cinematografico, incollato da una ritmica inarrestabile e dalle prestazioni di Dickinson. Il disco è una successione di brani magnifici, da cui emerge Where Eagles Dare, Sun And Steel e The Trooper.
The Final Frontier
Il quindicesimo LP in studio dei padri della New Wave Of British Heavy Metal conferma la ritrovata vena del gruppo con brani come El Dorado, The Final Frontier e Cominq Home e va incontro a un grande successo. Pubblicato anche in una Mission Edition con contenuti speciali.
Powerslave
Ennesimo album impeccabile, che ruota intorno ai singoli 2 Minutes To Midnight e Aces High, anche se Back in The Village e Flash Of The Blade non sono da meno. Stupisce la lunga Rime Of The Ancient Mariner che porta nuovi elementi all’interno del songwriting del gruppo, con un suono quasi eroico, che fonde letteratura, cinema e musica rock.