Necessaria documentazione dell’attività concertistica degli Eurythmics nella quale spicca più la forza interpretativa di Annie Lennox che le alchimie sonore di Dave Steward. Ventidue brani che nella versione originale inglese contiene anche un terzo CD con un notevole medley acustico di una quindicina di minuti (sei brani) registrato a Roma nell’89.
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Sweet Dreams (Are Made Of This)
Dopo un esordio alquanto deludente gli Eurythmics danno una sterzata decisa lasciando perdere le sperimentazioni elettroniche a favore di atmosfere funky e ritmi ballabili. L’album è trainato verso il successo dall’omonimo singolo finito al primo posto nelle classifiche americane.
We Too Are One
Un disco che riscatta la piattezza dell’album precedente e che rilancia il duo anche se non raggiunge vette di particolare originalità: una solida esibizione di mestiere che riscuote un buon successo. Tra le canzoni si segnala Don’t Ask Me Why.
Eurythmics
Annie Lennox (1954) e Dave Stewart (1952) formano gli Eurythmics a Londra nel 1981. Quando si incontrano, nel 1977 lei ha già lavorato come cantante in anonimi locali, lui ha fatto parte dei Longdancer.
Assieme costituiscono i Tourists che nel giro di quasi due anni realizzano tre album tuttaltro che memorabili: The Tourists (Logo, 1979, &Stelle=2;), Reality Effect (Logo, 1979, &Stelle=2;), Luminous Basement (RCA, 1980, &Stelle=2;). Pop piuttosto commerciale che ha il pregio di preludere ai fasti degli Eurythmics.
Attivi dal 1981 per nove anni consecutivi, si riformano successivamente nel 1999 e nel 2005 per la registrazione di nuovo materiale.
Be Yourself Tonight
Album gonfio di successi: c’è l’apertura di Would I Lie To You?, il duetto incendiario con Aretha Franklin di Sisters Are Doin’ It For Themselves, l’armonica di Stevie Wonder nel successone There Must Be An Angel (Playing With My Heart). E poi Elvis Costello in Adrian. Gli Eurythmics al loro meglio.
Revenge
Ancora un grande successo, ma anche qualche scricchiolio nell’oliata macchina sonora degli Eurythmics. Più rock del solito, più accessibile con qualche punta di banalità, perfetto per alimentare anche dal vivo la potenza di fuoco.
Il successivo tour sarà infatti baciato da uno straordinario successo. Tra i brani Missionary Man e When Tomorrow Comes lasciano il segno.
Peace
È l’album della riunione a dieci anni di distanza dall’ultimo reperto discografico di studio. Un disco levigato, con una vena alla Bacharach in alcuni brani e con tutta la raffinatezza di linguaggio sonoro che la coppia ha saputo sintetizzare dopo anni di attività ad alto livello. Esperienza e classe. Tra le canzoni 17 Again e I Saved The World Today.
1984 (For The Love Of The Big Brother)
È la colonna sonora del film di Michael Radford, adattamento del classico di George Orwell: offre un lato del duo meno pop e più oscuro, con qualche venatura sperimentale e un’impostazione nettamente strumentale. Tra i brani Sexcrime.
Touch
A meno di un anno di distanza dal precedente questo album consolida il successo e si mostra come il punto più alto della carriera del duo. Annunciato dall’apertura di Here Comes The Rain Again, forse la canzone più memorabile degli Eurythmics, il disco fila via benissimo tra atmosfere jazzate, elettronica pop ed eleganti citazioni esotiche.