Album,  Joe Henry,  S

Short Man’s Room

Dopo due dischi curiosamente speculari — uno elettrico e uno acustico — Henry lascia la A&M e pubblica con la Mammoth un altro piccolo capolavoro. Il timone della produzione è saldamente tra le sue mani e nello studio di Minneapolis dove si è trasferito da New York Henry si fa accompagnare dai Jayhawks, gruppo di punta dell’alternative country e dal violinista Mike Russell. Sono proprio questi ultimi a far salire la temperatura emotiva delle interpretazioni vocali di Henry, fino a questo momento fin troppo controllate. Difficile indicare qualche canzone migliore delle altre e la scelta è davvero opinabile: Good Fortune, Stations, Short Man’s Room, King’s Highway e Sault Sainte Marie.