Album,  John Fahey,  R

Red Cross

Al momento della morte Fahey stava lavorando a questo disco per la sua nuova etichetta Revenant, che amorevolmente raccoglie le carte disperse e pubblica l’album postumo, in una bella edizione che riprende il gusto per gli allegati fantastici degli album Takoma — purtroppo stavolta l’autore non è Fahey ma l’amico Glenn Jones, che consegna ai posteri una sentita orazione funebre. Un album intenso e commovente, via da ogni virtuosismo verso la pura emozione, con una nuda chitarra lasciata ampiamente risuonare. “In pace con il passato e il presente”, Fahey riprende Irving Berlin, Summertime e Motherless Child, ma ci incanta soprattutto con un paio di originali; la dolce Ananaias e il “senza titolo con pioggia” che con passo pacato, su un bordone di organo e basso, chiude il disco (ma dopo c’è una misteriosa ghost track).