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Ramones

Si può cambiare il corso della Storia in tre accordi: quelli di Blitzkrieg Bop, che il critico Lester Bangs fa risalire a Louie Louie e addirittura a La Bamba, sono la porta di una rivoluzione delle spille chiamata punk. I reietti di ogni dove trovano finalmente i loro profeti in jeans, chiodo, scarpe da ginnastica e indimenticabili (perché improbabili) caschetti. Teppisti dal cuore tenero: da dove tirerebbero fuori altrimenti una I Wanna Be Your Boyfriend tra le energizzanti Beat On The Brat e Judy Is A Punk? E il candore con cui miscelano il rock’n’roll basico delle garage band dei ’60, beat anglofilo, bubblegum, surf, pop? E con quale beata innocenza, tra varie negazioni (I Don’t Wanna Go Down To The Basement, I Don’t Wanna Walk Around With You), il titolo affermativo più noto è Now I Wanna Sniff Some Glue. Ramones è la nascita di un mito, di un’icona: il nome d’arte Ramone scelto come per una famiglia — e quindi abbiamo Joey Ramone (voce), Johnny Ramone (chitarra), Dee Dee Ramone (basso), Tommy Ramone (batteria), invece di Jeffrey Hyman, John Cummings, Douglas Colvin, Thomas Erdelyi — accanto a slogan nonsense e leggendari “intercalari.