Album,  R,  Tom Waits

Rain Dogs

Waits non torna indietro e disegna un album ancor più crudo e duro, accettando la compagnia di bei teppisti della scena avant jazz come Marc Ribot, Ralph Carney, Greg Cohen, John Lurie, Robert Quine (ma anche il fido Larry Taylor). Sempre voglia di raccontare la vita da una strana postazione, con toni più enigmatici, accenti più scabrosi. In repertorio due canzoni mille volte riprese: Clap Hands e Downtown Train (Rod Stewart ne farà un successo). Non solo polvere e graffi: la dolcissima Time ha una melodia che sembra uscita da uno spartito italiano degli anni ’60.