Album,  Cure,  P

Pornography

Realizzandolo Robert Smith pensava al disco definitivo dei Cure, qualcosa "sullo stesso piano delle sinfonie di Mahler". La struttura strofica assume dimensioni da sinfonia post punk (One Hundred Years) o da marcia celtica (The Hanging Garden).

Musica plasmata da collera e disincanto; la batteria, squadrata e regolare, gli strumenti e le voci rimbombano su di un proscenio tragico posto tra le volte di un’immaginaria cattedrale.

Rock gotico più un’iperbole negativa della psichedelia, affascinata dal trauma e dalla psicopatia quale risorsa estrema dell’immaginario (A Short Term Effect). Dopo Pornography, i Cure saranno davvero tutta un’altra cosa.