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Fall

Alla fine degli anni ’70 Mark Edward Smith era un impiegato annoiato di Manchester. Per trasformarlo in una delle lingue più corrosive del rock ci voleva il varco nella scena musicale britannica creato dal punk. Colpito dalla elettrizzante incompetenza dei Sex Pistols e influenzato dai suoni di Velvet Underground e Can, Smith ha portato in studio la prima versione dei Fall nel 1978, per registrare l’EP Bingo Master’s Breakout. Le caratteristiche basilari dei Fall ci sono già tutte: atteggiamento poco convenzionale ai codici del rock, voce poco educata e con un pesante accento di Manchester, testi caustici e a volte indecifrabili, che mescolano giochi di parole e riferimenti letterari, William Burroughs in testa. Nel giro di un anno, si stabilisce un’altra costante: tutti i membri sono cambiati, ad eccezione del dispotico leader, che continuerà a cambiare musicisti con grande frequenza e, a volte, in modo traumatico. Il caso più famoso è del 1998: Smith viene arrestato a New York dopo aver picchiato sua moglie, la tastierista Julia Nagle, tastierista della band. Gli altri membri del gruppo se ne vanno disgustati. Grazie anche al suo proverbiale pessimo carattere, spesso peggiorato dal consumo di anfetamine e alcol, Smith incarna come pochi altri il perfetto esempio di bastian contrario polemico e irascibile (coi giornalisti soprattutto). Soprattutto, ha aperto la strada a molto del rock indipendente degli anni ’80 e ’90, rimanendo fedele alla propria visione della musica.