Artista,  C,  Caselli Caterina

Caselli Caterina

Nata a Magreta (Modena) nel 1946, dopo essersi "fatta le ossa" in locali quali il Capriccio e il Piper di Roma come cantante e bassista (memorabile la sua trasposizione della virtuosistica Babe Please Don’t Go dei Them, tradotta in Sono qui con voi).

Nel 1966 diventa l’esponente di maggiore successo del beat italiano grazie a Nessuno mi può giudicare, un energico shake originariamente proposto ad Adriano Celentano e presentato al Festival di Sanremo. Per mesi il brano, il cui titolo diventa uno slogan dell’insofferenza forse oltre i meriti del testo, domina le classifiche di vendita, tanto che al confronto i singoli successivi (Perdono, Cento giorni, Sono bugiarda, Il volto della vita, Insieme a te non ci sto più) sembrano avere un impatto minore — anche quando, come Perdono, vincono il Festivalbar.

Negli anni successivi tenta di uscire dall’immagine del "casco d’oro" beat accentuata dai vari "musicarelli" cinematografici interpretati, incidendo brani d’autore (Francesco Guccini, Paolo Conte, Mogol).

Tuttavia la poca malleabilità vocale e una certa stanchezza la inducono a diradare l’attività di cantante in favore di quella discografica: sposata col figlio del suo boss e acquisito il cognome Sugar, sostiene con non indifferente intuito e coraggio alcuni notevoli talenti della musica italiana, senza distinzioni di genere: da Pierangelo Bertoli a Francesco Baccini, da Gerardina Trovato agli Avion Travel, da Andrea Bocelli a Elisa.