Album,  B,  Nick Drake

Bryter Layter

Non il più celebre, forse, ma il più compiuto disco del malinconico inglese di Tamworth-in-Arden. Kirby disegna con gli archi paesaggi pastorali e umbratili, i session men (inclusa la sezione ritmica dei Fairport Convention, Dave Pegg e Dave Mattacks) sembrano tutti in stato di grazia e la produzione di Joe Boyd cuce sulle canzoni abiti leggeri e in tinta con i loro volubili umori: su Hazey Jane II soffia una leggera e fragrante brezza folk pop, At The Chime Of The City Clock ha i toni crepuscolari del contemporaneo John Martyn, One Of These Things First viaggia sui ritmi e i fraseggi di un trio jazz. Tra flauti, sax e chitarre suonate in punta di dita, ci sono anche le tastiere, la viola e il clavicembalo di John Cale: e l’uomo dei Velvet lascia la sua impronta in Northern Sky, stupenda ballata che meglio di ogni altra descrive quella qualità al tempo stesso solida ed eterea a cui proprio Martyn paragonerà in seguito l’arte di Drake.