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Blur

Finiti in un vicolo artisticamente cieco, i Blur si chiamano fuori dalla lotta per la ribalta del britpop e voltano pagina con un disco sorprendente per coraggio e spirito innovativo.

Il pop viene accantonato nella forma esteriore, per lasciare affiorare tutte quelle sonorità che si erano insinuate negli anni: Elettronica, rumore, psichedelia, trip-hop, krautrock, anche i Beatles del White Album (Beetlebum) o il Bowie berlinese (M.O.R.).

È un’iniziativa di grande coraggio, che elimina quasi del tutto la melodia di primo piano per lasciare affiorare quel che sta dietro, che evidenzia le armoniche delle note fondamentali dei Blur, e che soprattutto conferisce al gruppo una consistenza creativa che nessun altra band del Britpop ha mai avuto, Oasis in primis.