Album,  O,  Yardbirds

Over, Under, Sideways, Down

Finisce il beat e si cercano nuove strade, ma gli Yardbirds paiono stanchi e un po’ svogliati. Vanno in studio a registrare per la prima volta un album ma se ne escono con una disordinata raccolta di stranezze e beat blues già masticati, che frutta solo un hit minore (la title track) oltre una serie di esotismi e smunte visioni sulla via psichedelica (Ever Since The World Began, Hot House Of Omagarashid). Samwell-Smith coproduce e si trova così bene da abbandonare il posto di bassista; lo sostituisce Jimmy Page, che in realtà non ha alcuna intenzione di rimanere ai margini e va a cozzare contro la chitarra solista di Beck. La città non è grande abbastanza per i due, che in effetti resistono pochi mesi insieme: il tempo di registrare peraltro un meraviglioso 45 giri, Happening Ten Years Time Ago/Psycho Daisies, tra i più bei frutti della psichedelia britannica originale. L’edizione britannica originale è famosa per i disegni di Chris Dreja, specie la caricatura mostruosa in copertina di “Roger The Engineer” (nel gergo degli appassionati l’album si è sempre chiamato così). Negli USA, invece, il disco uscì con una colorata foto del gruppo e il titolo preso dal loro ultimo successo. L’edizione Repertoire accoppia i due titoli e presenta dieci brani in più rispetto ai 12 dell’originale; cinque sono a nome Keith Relf, i quattro pezzi dei suoi due singoli più una alternate di Shapes In My Mind.