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New York Dolls

Pochi gruppi al mondo hanno scatenato proseliti, discussioni ed una discografia postuma infinita, con solo due dischi ufficiali sulle spalle. Tra questi, le cinque bambole di New York, che amavano presentarsi in pubblico travestiti da prostitute e che nel giro di pochi concerti, diventano la più potente, oltraggiosa e devastante rock&roll band del periodo. Suoni ruvidi e irregolari, liriche sconce e cariche di ambiguità, in una mistura letale di Stooges, MC5, Rolling Stones e The Who, che nemmeno la produzione di Todd Rundgren, riesce a stemperare. Trascinato dalle labbra enormi e sanguinanti di David Johansen e dal catrame sonoro dei riff di Johnny Thunders e Sylvain Sylvain, l’album è una sequenza impressionante di classici, da Personality Crisis a Looking For A Kiss, passando per Lonely Planet Boy, Trash e Bad Girl, che raccontano di una New York sconosciuta, ma vera, una città alienante, che nasconde pericoli e morte ad ogni angolo.